giovedì 31 gennaio 2013

I 5 Aggregati. Le sensazioni





...proprio come quando le parti sono correttamente composte
si parla della parola “carro”,
così quando ci sono gli aggregati
è convenzione dire “essere”…
(Buddha)



Quello che chiamiamo “essere”, o “individuo”, o “Io” quando pensiamo a noi stessi o in termini più generali, secondo il buddhismo, è solo una combinazione di forze o energie mentali e fisiche, che cambiano continuamente, e che possono essere divise in cinque gruppi o aggregati (khandas).

Didattico Domenicali 1. Il Principio guida in vipassana



Il Principio guida in vipassana

Ogni volta che sorge un dubbio riguardo alla pratica meditativa semplicemente ricordiamoci del “Principio”   
Il “principio” alla base della vipassana è quello di osservare ogni processo fisico e mentale che è predominante nel momento presente

mercoledì 30 gennaio 2013

Didattico Domenicali 2. Quando meditare



Quando decidiamo di sederci per meditare, applichiamo ciò che viene descritto negli insegnamenti del Buddhismo, ovvero si passa alla pratica. Senza questa attività tutti i libri e i discorsi sulla liberazione dalla sofferenza sono solo concetti. Interessanti e importanti ma la nostra vita non cambierà un granché senza la palestra meditativa, senza l’applicazione metodica di quegli insegnamenti. La cosa migliore è impostare una pianificazione della propria pratica e continuarla con dolce e paziente tenacia; la programmazione inserisce  una struttura di comportamento nella quotidianità delle nostre vite. L’importante è che il nostro programma possa essere un aiuto e non diventi un peso: meditare non è un dovere, né un obbligo.

martedì 29 gennaio 2013

I 5 Aggregati.Le Percezioni





...proprio come quando le parti sono correttamente composte
si parla della parola “carro”,
così quando ci sono gli aggregati
è convenzione dire “essere”…
(Buddha)



Quello che chiamiamo “essere”, o “individuo”, o “Io” quando pensiamo a noi stessi o in termini più generali, secondo il buddhismo, è solo una combinazione di forze o energie mentali e fisiche, che cambiano continuamente, e che possono essere divise in cinque gruppi o aggregati (khandas).
Questi gruppi sono semplicemente categorie, sottosistemi, o funzioni di base,

lunedì 28 gennaio 2013

Didattico Domenicali 3. Cosa fare in meditazione



Un buon modo di approcciarsi alle proprie sessioni di meditazione, sia sedute che camminate è quello di farlo nella prospettiva di esaminare e riferire le proprie esperienze meditative. Questo è ciò che in effetti accade durante i ritiri intensivi.
Qualche consiglio:
Meditazione seduta: per prima cosa scegliete il vostro oggetto principale e primario, fate qualche prova per trovare quello che é più adatto a voi, ma poi cercate di non cambiare in continuazione, ne soffrirebbe la stabilità della vostra meditazione.
Per esempio, se il vostro oggetto principale è il respiro che entra ed esce dalle narici, oppure il movimento di salita e discesa dell’addome, per favore fatelo in modo poi da poter riportare ciò che osservate descrivendo la vostra esperienza al riguardo

domenica 27 gennaio 2013

I 5 Aggregati. La coscienza



...proprio come quando le parti sono correttamente composte
si parla della parola “carro”,
così quando ci sono gli aggregati
è convenzione dire “essere”…
(Buddha)

Quello che chiamiamo “essere”, o “individuo”, o “Io” quando pensiamo a noi stessi o in termini più generali, secondo il buddhismo, è solo una combinazione di forze o energie mentali e fisiche, che cambiano continuamente, e che possono essere divise in cinque gruppi o aggregati (khandas)

Didattico Domenicali 4. L'Oggetto di meditazione in vipassana



Cenni sull’oggetto di meditazione: Priorità degli oggetti


All’inizio della pratica meditativa, lo yogi riceve un oggetto di meditazione. In lingua Pali si chiama kammatthana, che letteralmente significa “luogo di lavoro/attività”, esso è il “terreno” per la coltivazione degli stati mentali della concentrazione e della visione profonda.
In genere rappresenta l’oggetto principale

sabato 26 gennaio 2013

Didattico Domenicali 5. Una tecnica utile in meditazione. La nota mentale



Brevi cenni sulla “Nota mentale”

Si tratta di una tecnica usata in vipassana e conosciuta anche come: “notare e nominare/etichettare”.
In pratica si tratta di esprimere mentalmente una parola che descrive ciò che viene sperimentato nel corpo o nella mente nel momento presente. Nominiamo le sensazioni, i processi, gli stati mentali, i pensieri, le emozioni, ecc., ovvero nominiamo ciò che sperimentiamo nel momento in cui accade e lo facciamo senza analizzare, paragonare, giudicare e senza dedicare alcuna riflessione o elaborazione. Ci affidiamo all’intuizione e alla percezione e cerchiamo di utilizzare una parola sola evitando frasi composte; la mente è in grado di farlo in modo intuitivo e preciso, spesso questo atteggiamento meditativo viene chiamato “nuda attenzione”
Quali sono le ragioni della nota mentale, perche la si utilizza

venerdì 25 gennaio 2013

Dhamma Hut un canale per il Dhamma

Ho creato tempo fa un canale suYou tube che potesse raccogliere video di Dhamma. In questi giorni ho caricato una serie di brevi conversazioni con Bhante Sujiva registrate ultimamente durante un suo soggiorno milanese il canale si chiama:  Dhamma hut e può essere visitato cliccando sul link.
Chi lo desiderasse può anche iscriversi al canale per riceverne gli aggiornamenti.

Didattico Domenicali 6. Le tre caratteristiche universali della realtà Anicca-Dukkha-Anatta



Il tema delle tre caratteristiche è un aspetto importante di quello che potremmo chiamare il contenuto esperienziale della saggezza. Sono fondamentali per capire la descrizione della realtà data dal Buddha e sono altresì segnali che indicano la direzione della pratica. E’ infatti importante sottolineare che impermanenza, sofferenza e non-sé indicano la stessa cosa: la realtà.

In altre parole, quando parliamo della conoscenza e della comprensione implicite nella saggezza ci riferiamo anche a questo insegnamento e al suo manifestarsi nel corso della pratica.

sabato 12 gennaio 2013

Partir, partir, partir!




Partir, partir, partir per l'altro mondo
quello che non vediamo
quello dove si cerca
quello dove siam soli

sabato 5 gennaio 2013

Cenni dall'Abhidhamma. Numero 3. Le coscienze della sfera dei sensi



Delle quattro classificazioni della coscienza precedentemente citati, la prima è quella della sfera dei sensi:

Traduzione in inglese dal testo originale Pāli e note esplicative di Narada Thera
Titolo originale: Abhidhammattha-Sangaha, A Manual of Abhidhamma
Tradotto in italiano da Enzo A.

Fonte canonepali.net

Coscienze attinenti alla Sfera dei sensi (kamavacara-cittani)

Kāma è sia brama sensuale soggettiva sia oggetti sensuali come forme, suono, odore, sapore e contatto. Con kāma si intendono anche gli undici differenti tipi di esistenza senziente, cioè: i quattro stati di sofferenza (apāya), il mondo umano (manussaloka) e i sei reami celesti (sagga).

venerdì 4 gennaio 2013

Cenni dall'Abhidhamma. Numero 2. Le quattro classificazioni della coscienza


Le quattro classificazioni della coscienza

Come abbiamo visto in precedenza, l’Abhidhamma classifica le cose dal punto della realtà ultima, la prima classificazione riguardava: coscienza, fattori mentali, materia e nibbana. 


Il primo capitolo è dedicato alla coscienza o mente, citta. la prima delle quattro. Che viene a sua volta classificata in